CORRIDOI UMANITARI, ESSERE UMANI CON GLI ESSERI UMANI

Per i migranti un’unica via legale per raggiungere l’Europa

Perché non esistono umani di serie A e umani di essere B, lo disse anche Einstein nel 1933:

«L’unica razza che conosco è quella umana»

 

Mentre la pandemia ritorna ad essere il principale argomento di discussione all’interno dei mass media, seppur accompagnata da inutili polemiche e rigide prese di posizione, sia nelle piazze del nostro Paese che per le strade dell’Europa; mentre le terapie intensive tornano a straripare di contagiati e un DPCM ne precede subito un altro, mentre ciascun cittadino monitora quotidianamente il bollettino dei decessi per Covid-19, un altro bollettino – quello dei morti nel Mediterraneo – rimane nell’ombra.

Si fa strada quasi anonimamente nelle pagine dei nostri giornali, quasi dovesse chiedere il permesso per entrare a farne parte, come se queste fossero vite umane meno importanti delle altre, come se fossero secondarie o anonime.

Perché mai un solo personaggio del mondo dello spettacolo che contrae il Coronavirus dovrebbe assumere più rilevanza del bambino di soli sei mesi morto in uno dei tanti naufragi di immigrati dello scorso novembre?

Se una strage quotidiana che si svolge nel nostro mare non fa notizia, se la morte di un neonato, vittima dell’immobilismo dei Governi europei, non stimola la sensibilità e l’attenzione delle persone, allora è necessario rideterminare le nostre priorità e ammettere senza remore che quelli del Mediterraneo sono morti sì, ma morti a cui siamo abituati, che non fanno notizia, che non creano scalpore.

A dimostrazione che, nel sentire comune, esistono morti di serie A e morti di serie B. È evidente che non deve essere così.

E allora dobbiamo chiederci se esiste un modo – anche uno solo – per consentire ai migranti di raggiungere l’Italia e l’Europa in modo legale, senza essere oggetto di speculazione politica o di dialettica sovranista.

La risposta risiede nell’individuazione di apertura di corridoi umanitari.

Come riportato sul sito sositalia.it, i corridoi umanitari sono uno tra i tanti modelli di accoglienza che gli Stati Europei hanno a disposizione come alternativa sicura e legale ai viaggi della speranza.

Costituiscono un programma sicuro e legale di trasferimento e integrazione in Italia, rivolto a migranti in condizione di particolare vulnerabilità: donne sole con bambini, vittime del traffico di essere umani, anziani, persone con disabilità o con patologie, oppure persone segnalate da organizzazioni umanitarie.

In uno scenario europeo di muri eretti e di accoglienze negate, i corridoi umanitari sono una via sicura e legale per l’ingresso nel nostro Paese da parte di richiedenti asilo. Ma come funzionano? Lo spiega sositalia.it in quattro passaggi:

  1. Il primo passo spetta alle associazioni proponenti, le quali inviano sul posto esperti e volontari che, attraverso contatti diretti nei Paesi interessati dal progetto o grazie a segnalazioni provenienti da attori locali (ONG, associazioni, organismi internazionali, chiese, ecc.), predispongono una lista di potenziali beneficiari;
  2. Ogni segnalazione viene verificata dai responsabili delle associazioni per poi essere inviata al Ministero dell’Interno italiano per un ulteriore controllo;
  3. Terminati i controlli, le liste dei potenziali beneficiari sono trasmesse alle autorità consolari italiane dei Paesi coinvolti le quali rilasciano, qualora ritenuto opportuno, dei “visti umanitari con validità territoriale limitata” (solo per l’Italia) ai sensi dell’art. 25 del Regolamento (CE) n. 810/2009 del 13 luglio 2009;
  4. Una volta arrivati in Italia, i profughi sono accolti dai promotori del progetto i quali, in collaborazione con altri partner, li ospitano in strutture disseminate sul territorio nazionale secondo il modello dell’“accoglienza diffusa” e offrono loro la possibilità di un’integrazione nel tessuto sociale e culturale, attraverso l’apprendimento della lingua italiana, la scolarizzazione dei minorenni e altre iniziative.

Questo metodo di accoglienza offre quindi una duplice sicurezza per chi arriva e per chi accoglie: da un lato, i migranti evitano di finire intrappolati nella rete dei trafficanti di esseri umani; dall’altro lato, chi accoglie è tutelato dall’assenza di anonimato, che invece ha i suoi rischi nell’ormai normale prassi dei viaggi con i barconi. Inoltre, il Paese di ingresso può selezionare gli accessi attraverso gli attenti controlli effettuati dalle autorità preposte alla concessione dei visti.

Come riporta il sito interno.gov.it, nel 2019 i ministeri dell’Interno e degli Esteri, la Comunità di Sant’Egidio e la Conferenza Episcopale italiana hanno sottoscritto al Viminale un protocollo d’intesa per realizzare il progetto “Apertura dei corridoi umanitari”. L’accordo replica quello già siglato nel 2017, considerato una best practice a livello europeo. I fondi per la sua realizzazione – dal sostegno economico per il trasferimento in Italia all’assistenza ai migranti una volta arrivati – provengono interamente dalle associazioni promotrici.

L’iniziativa italiana si propone come modello replicabile nei Paesi dell’area Schengen. A tal proposito, dinanzi alle molteplici giustificazioni con cui molti Stati membri dell’area rifiutano l’ingresso di esseri umani nel proprio Paese, le ONG sottolineano come essi abbiano in realtà a disposizione una vasta gamma di strumenti con cui garantire percorsi legali e sicuri di protezione (programmi di ammissione per motivi umanitari, visti umanitari, procedure di ricongiungimento familiare), che permetterebbero ai migranti di non doversi affidare ai trafficanti di uomini e rischiare la vita. Inoltre, le ONG ribadiscono come l’utilizzo di tali strumenti sia ancora troppo limitato.

Come sostenuto dalla dott.ssa Gerarda Pantalone – allora capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione – «i corridoi umanitari rappresentano un importante canale legale per l’ingresso di persone che presumibilmente sono meritevoli di protezione, in particolare di bambini, nuclei familiari e soggetti più vulnerabili».

Questo canale – che dà la possibilità ai diversi Paesi di essere umani con gli esseri umani – risulta necessario sempre, anche in questo periodo. Soprattutto in questo periodo.

ARTICOLO DI GIORGIA GIANGRANDE

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Giorgia Giangrande