Ucraini, un popolo di nazisti?

“Lo scopo di questa operazione è di proteggere le popolazioni che, da otto anni, sono sottoposte a umiliazioni e genocidio da parte del regime di Kiev. Per questo, miriamo a smilitarizzare e denazificare l’Ucraina, nonché a portare alla giustizia coloro che si sono macchiati di crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa”.

È con queste parole che, lo scorso 24 febbraio, Vladimir Putin ha dichiarato guerra alla vicina Ucraina. Dichiarazioni forti a cui hanno fatto seguito azioni ancora più risolute.

Per comprendere l’accusa del capo del Cremlino, bisogna tornare al secolo scorso, quando l’Ucraina era un territorio dell’Unione Sovietica sotto la dittatura di Stalin.

Caricatura di Putin con Hitler
Caricatura di Putin con Hitler

L’Holodomor

Nell’autunno fra il 1932 e il 1933, il dittatore sovietico impose a tutti i contadini, dai più poveri ai Kulaki, la collettivizzazione agraria. Questa provocò una grandissima carestia in gran parte del territorio sovietico, ma fra le popolazioni maggiormente colpite vi erano gli ucraini. Famosa per essere il “granaio d’Europa”, l’Ucraina rappresentava – e lo è tutt’ora – un Paese di grande interesse per la Russia. In molti si opposero e, per rispondere a quest’atto di ribellione giudicato inaccettabile, furono ordinate una serie di confische ed espropriazioni. In più, Stalin decise di colpire la popolazione, già stremata, con la promulgazione delle leggi draconiane che presupponevano l’uccisione di chiunque fosse stato trovato a nascondere qualcosa. Le vittime aumentarono esponenzialmente, così come le tensioni. La tragedia, conosciuta come Holodomor – letteralmente “sterminio per fame” – avrebbe provocato, secondo alcune stime, circa 5 milioni di vittime in tutta l’Unione Sovietica, di cui 4 milioni ucraine.

Stepan Bandera

Francobollo per celebrare il centesimo compleanno di Stepan Bandera

Non c’è da stupirsi, dunque, se nel 1941, quando Hitler occupò il Paese, una parte della popolazione lo vide come un salvatore. Molti cominciarono a cooperare con i nazisti contro i russi. È il caso, fra gli altri, di Stepan Bandera. Studente a Leopoli quando la città era in mano ai polacchi, entrò a far parte dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN), divenendo col tempo il secondo uomo al comando. Approfittando dell’invasione nazista della Polonia, Bandera riuscì ad evadere dal carcere, dove stava scontando l’ergastolo per aver orchestrato, nel 1934, l’uccisione del ministro degli Interni polacco Pieracki. Cominciò, quindi, un addestramento con l’Abwehr, il servizio di intelligence militare tedesco, per fare controspionaggio nell’URSS e, un paio di anni più tardi, si alleò ufficialmente con la Germania. Questa intesa, però, non durò a lungo. Hitler, infatti, si rifiutò di riconoscere l’indipendenza del Paese e ordinò a Bandera di ritirare la dichiarazione di sovranità che aveva firmato e promosso. L’ucraino si oppose e venne deportato al campo di concentramento di Sachsenhausen. Durante la sua prigionia, l’OUN intraprese una campagna di pulizia etnica, ma dovette fare i conti anche con i nazisti che cominciarono ad ucciderne alcuni membri.

La figura di Bandera ha contribuito alla costruzione del mito in Russia dell’Ucraina nazista. Tutt’oggi è visto da una parte della popolazione come uno degli eroi nazionali che ha lottato per l’indipendenza del Paese.

Ma la storia nazionalista ucraina ha evidenze anche più recenti.

Il nazionalismo contemporaneo

Il sostegno dell’Ucraina ai gruppi patriottici

Fra i vari episodi, si ricordano gli interventi dei gruppi patriottici a fianco dei georgiani, nel 1993, e dei ceceni, l’anno dopo, contro i separatisti sostenuti da Mosca.

Le elezioni del 2004

Nel 2004, poi, con le elezioni presidenziali, il Paese è arrivato all’orlo della guerra civile. Fortemente sostenuto da Putin e dal Presidente della Repubblica dell’epoca Kuchma, il candidato Yanukovich si è scontrato con Yushchenko, fautore di una politica anti-corruzione. Fin da subito, quest’ultimo ha dovuto fare i conti con diversi impedimenti: prima l’impossibilità di far visita ad alcune città orientali – fra cui Donetsk, roccaforte dell’avversario –, poi un presunto avvelenamento da diossina che gli sfigurò il volto. Al primo turno di elezioni, entrambi ottennero circa due quinti dei voti. Un mese dopo, però, il ballottaggio dichiarò la vittoria di Yanukovich. Cominciò quindi una serie di proteste di massa, note come Rivoluzione arancione, con cui si accusò il nuovo presidente di frode. Così, dopo appena due settimane, la Corte Suprema ordinò un nuovo ballottaggio che portò Yushchenko alla vittoria con il 52% dei voti.

Fra l’Euromaidan e il Battaglione Azov

Euromaidan
Euromaidan

L’estrema destra ucraina registrò il suo momento di massimo attivismo nel 2014. Due gli avvenimenti principali.
Il primo si verificò dopo che il governo sospese le trattative per un’entrata nell’UE. Si scatenarono una serie di proteste pro-europeiste violente, note come Euromaidan, che spodestarono Yanukovich, divenuto presidente nel 2010.

 

Battaglione Azov
Battaglione Azov

Il secondo fu la nascita di una milizia di matrice neonazista, il Battaglione Azov, per mano di Andriy Biletsky, conosciuto anche come il “Fuhrer bianco” per i suoi ideali sulla purezza razziale ucraina. Fin da subito, il reggimento si mobilitò contro i filorussi sostenuti da Putin in Crimea e nel Donbass. Fu persino integrato nell’esercito per lo stesso fine. Oggi, il gruppo conta circa tremila unità e insieme ad altri squadroni organizzati forma la Legione Nera Ucraina, una rete di neonazisti che si espande in gran parte d’Europa – Italia compresa, dove ha contatti con CasaPound e altri gruppi di estrema destra.

Nel 2016, Biletsky formò un movimento politico della stessa natura, divenuto poi partito, il Corpo Nazionale. Fra i suoi obiettivi politici vi sono l’opposizione a un’entrata in UE e Nato, una separazione netta dal Cremlino e la reintroduzione della pena di morte per alcuni reati.

Le elezioni del 2019

Alle elezioni del 2019, il partito di estrema destra Svoboda ha raggiunto la soglia di sbarramento con il 2,15% di voti. Ma sebbene il suo peso politico sia ininfluente, contando un solo deputato, il partito sa come farsi forte del sentimento antirusso piuttosto diffuso nel Paese.

In conclusione, l’Ucraina è veramente un Paese nazista? No, ma ci sono neonazisti ed estremisti che da questa guerra possono trarre vantaggio.

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Chiara Conca