La scuola cattolica: il non-racconto del massacro del Circeo

La scuola cattolica: il non-racconto del massacro del Circeo

Non un film sulla violenza sulle donne, neppure sulla documentazione di una pagina di cronaca nera, una delle più atroci del nostro Paese, bensì il racconto di un’educazione violenta, rabbiosa e repressa rappresentata da famiglie esigenti, non presenti, da giovani uomini acerbi ma crudeli all’interno di una società in cui il (nuovo) concetto di libertà viene distorto e sovvertito anche dalle istituzioni. Con una regia lenta ma ricca di dettagli e una sceneggiatura semplice, a tratti silenziosa, la pellicola si dedica esclusivamente ai carnefici sia nella prima parte, leggera, sia nella seconda, brutale e struggente, senza lasciare spazio a inutili dettagli. La violenza non viene raccontata, ma immaginata dallo spettatore che non la subisce passivamente non perdendo, tuttavia, interesse per le vittime. Presentato alla Biennale di Venezia e proiettato nelle sale cinematografiche dal 7 ottobre, “La scuola cattolica” ha fatto e continua a far discutere nel bene e nel male per la censura ai minori, principale pubblico cui indirizzare la pellicola, e per i pareri discordanti. Certo è che lascerà l’impronta nella cinematografia italiana.

 

 

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Paola Sireci