Ursula Von Der Leyen, La donna dei record (anche giudiziari)

Ursula Von Der Leyen, La donna dei record (anche giudiziari)

La presidente della Commissione europea è finita sotto accusa e rischia di indebolire il già precario prestigio politico della UE

Ursula Von Der Leyen vorrebbe essere rieletta e mantenere il suo ruolo di Presidente della Commissione europea ma sembrerebbe un traguardo improbabile anche viste le ultime accuse a suo carico

La tenuta della UE sembra essere sempre più instabile e risulta minacciata anche in conseguenza delle accuse mosse contro una delle sue più importanti personalità di comando; a mettere ‘sotto scacco’ la nostra comune casa europea è il coinvolgimento, in una serie di scandali più o meno importanti, proprio della Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.

La Presidente Von Der Leyen è, infatti, finita sulle prime pagine dei più importanti giornali per una serie di scandali, tra i quali il più grave sembrerebbe vederla coinvolta in una serie di telefonate e di messaggi per la fornitura di vaccini Pfizer contro il virus da Covid-19. Nome in codice PfizterGate.

Immagine del Coronavirus
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Per spiegare meglio di cosa è accusata occorre fare qualche passo indietro e nello specifico tornare al 2020; la pandemia sta mietendo moltissime vittime e tutto il mondo cerca, a dispetto delle differenze politiche, una cura comune che possa fermare l’espansione di una tragedia ormai annunciata. Per rendere possibile questo contenimento virale e cercare anche una barriera protettiva, la sanità mondiale si è unita ed è sembrato (per la prima volta) che si potesse davvero percepire un senso di ‘comune sentire’. Associazioni quali l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) piuttosto che la EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) insieme ad altri organi di controllo internazionali lavoravano per conseguire uno scopo comune: sintetizzare un vaccino efficace per annullare gli effetti del virus Coronavirus e per immunizzare i non contagiati.

Vi furono una serie di azioni economiche di milioni di euro per contribuire fatte anche dalla UE e, a livello internazionale, vi è stata una vera e propria corsa per cercare di sintetizzare un vaccino efficace e – in tempi record – ci è stato fornito. Cosa c’entra la Presidente Von Der Leyen? Proprio una delle accuse più pesanti ha avuto origine in questo momento storico. Si parla di due accuse le sono state mosse e che riguardano degli atteggiamenti che la stessa pare abbia adottato, abusando della propria posizione politica.

A distanza di 4 anni da quel difficile periodo la Presidente è stata ‘macchiata’ da quella che, ad oggi, è un’accusa penale depositata nel tribunale belga (data di presentazione 18 aprile 2024) che chiede si faccia chiarezza circa gli scambi di messaggi privati intercorsi tra la stessa Ursula Von Der Leyen e l’amministratore delegato della casa farmaceutica Pfizer, Albert Bouria.

Ciò che le viene contestato è che, nonostante la posizione politica che la Von Der Leyen occupava, si sia scambiata una serie di messaggi a titolo personale arrivando a stipulare una serie di accordi senza che il Parlamento europeo ne venisse informato. A rendere la situazione più ambigua è l’attuale impossibilità di visionare questi messaggi poiché cancellati dalla stessa Von Der Leyen e dal suo staff che, a loro dire, erano esclusivamente “di natura effimera”.

Accusa che, se fosse confermata in sede giudiziaria, mostrerebbe che la Von Der Leyen ha agito in modo non professionale, lasciando anche spazio ad un ipotetico atteggiamento di favoritismo di una specifica Big Pharma sulle altre, con relative commesse a nove zeri.

Parlamento Europeo
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Purtroppo, oltre questa accusa, la Presidente è sotto l’occhio del ciclone anche per una serie di atteggiamenti autoritari che pare abbia adottato in modo diretto o tramite i suoi collaboratori più stretti. Un esempio è l’aver favorito l’ascesa politica dell’eurodeputato Markus Pieper al ruolo di inviato dell’UE per le piccole e medie imprese nonostante non risultasse il candidato più idoneo.

Va detto che sin dalla sua nomina in Commissione europea (va ricordato che la Von Der Leyen è la prima donna a ricoprire questo ruolo) ci furono un po’ di opposizioni: a fare il nome della Von Der Leyen fu nientemeno che la ex Cancelliera tedesca Angela Merkel (una donna tutt’altro che trascurabile dal punto di vista politico e strategico) che voleva farle fare il grande salto dopo l’esperienza come Ministra della Difesa (anche questo è un primato al femminile).

Proprio il suo ruolo nel ministero del Bunderstag la pose sotto inchiesta parlamentare per ingenti commesse che furono realizzate durante suo mandato ministeriale, prese in esame soprattutto le commissioni riferite al periodo 2015-2016 perché ritenute poco chiare. Anche in quell’occasione partì un’indagine con richiesta di requisire il cellulare della Von Der Leyen che, però, risultò smarrito per rinvenire mesi dopo completamente ripulito del suo contenuto.

Fiala e siringhe per inoculare vaccino contro Coronavirus
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Dulcis in fundo, sembra essere finito nel calderone di queste accuse anche il capo di gabinetto della stessa von der Leyen, Bjorn Siebert, che risulta implicato in una serie di nomine di persone legate al gabinetto della Presidente verso ruoli di alto livello sia in ambito diplomatico che nella UE stessa.

Queste voci crescono e pongono dei dubbi sulla qualità intrinseca della UE stessa e del suo operato. È d’obbligo ricordare che in data 8-9 giugno 2024 si svolgeranno le prossime elezioni europee; in conseguenza delle quali si potranno confermare o scardinare gli equilibri “di palazzo” attualmente in atto.

Ciò che dobbiamo augurarci è proprio che queste accuse non implichino un allontanamento ulteriore del popolo europeo nei confronti del Governo di Bruxelles permettendo un dilagare della destra con la sua tendenza antieuropeista.

Per approfondimento sul tema delle elezioni nel mondo consigliamo un articolo precedente dal titolo Un vento potrebbe spazzare via la legalità dal Sudamerica.

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Ludovica Cassano