I più piccoli a lezione di educazione ambientale

I più piccoli a lezione di educazione ambientale

L’esperienza pluriennale di un’associazione veneta, ci insegna che le nuove generazioni sono più ricettive alle tematiche dell’ecologia. Il netto anticipo sul Pre-summit delle Nazioni Unite


Salvare l’ambiente partendo dalla scuola

Innalzamento delle temperature, instabilità delle stagioni, precarietà degli habitat naturali. Il cambiamento climatico dimostra quotidianamente gli effetti dovuti allo stile di vita condotto dall’uomo negli ultimi 150 anni. Ma c’è una via di uscita dall’incubo di autodistruzione?

Le recenti politiche economico-sociali hanno dato una svolta significativa al sistema produzione-consumo dell’odierna società (almeno in via programmatica), insistendo sull’abbattimento delle emissioni di CO2 e sull’agevolamento di tutti quei comportamenti (nella sfera pubblica e privata) eco-compatibili. Tuttavia, il Pre-summit delle Nazioni Unite – tenutosi a Roma lo scorso luglio come step preparatorio al “Food Systems Summit” vero e proprio, che si svolgerà a settembre nella sede newyorkese dell’ONU – ci ha ricordato il ruolo cardine della scuola (in senso stretto e lato) nella costruzione di una coscienza ambientale collettiva. La migliore delle garanzie, per il successo delle attuali scommesse sulla sostenibilità, resta infatti la sensibilizzazione delle nuove generazioni: insegnare già ai più piccoli i principi dell’ecologia.

L’esperienza di Abitare la Terra

Questo è lo scopo di Abitare la terra: associazione nata a Mestre nel 2006 come spin-off del progetto “Cambieresti?” – acronimo di consumi, ambiente, risparmio energetico e stili di vita – del Comune di Venezia, che svolge attività di ricerca, documentazione su consumo responsabile, medicina alternativa, tutela ed uso delle energie dolci, mobilità sostenibile, turismo slow. Festeggiando quest’anno il quindicesimo anniversario dalla fondazione, il presidente Franco Poli ripercorre il tragitto compiuto fino ad oggi, a partire dalla scelta del nome: ‹‹Sicuramente – spiega – nella scelta ha influito il desiderio e la volontà di abitare non passivamente in una città, un territorio, una terra sani: privi di scorie e di veleni. Consideriamo che Mestre è stata, per molti anni, una delle città con meno verde in Italia con una qualità dell’aria pessima››.

I giovani hanno più a cuore le questioni ambientali

L’associazione della Serenissima è diventata un punto di riferimento per quanti vogliano approfondire la conoscenza dei green topics, soprattutto tra i ragazzi: ‹‹Abbiamo trovato sempre grande ricettività nelle giovani generazioni, sia quando abbiamo organizzato laboratori con le famiglie, sia durante le fiere alle quali partecipiamo, sia nelle scuole materne ed elementari. I giovani oggi, sono più attenti e disponibili, anche nella scelta dei lavori che una volta venivano posti in secondo piano come agricoltura, allevamento, artigianato, lavori verdi››.

Una forchetta a difesa del pianeta

Abitare la terra, in tempi meno tesi di questi dal punto di vista della lotta al global change, si è distinta per l’impegno divulgativo e per la capacità di evidenziare le relazioni tra il vivere umano e le criticità dell’ambiente. In anticipo di 5 anni sul dibattito in corso tra le agenzie internazionali dell’ONU (da cui il Summit sopracitato), l’associazione veneta aveva chiesto, durante una fiera a Treviso del 2016, se fosse possibile “difendere l’ambiente con una forchetta”.

Tale espressione – provocatoria, come sottolinea il presidente Franco Poli – faceva riferimento al rapporto tra il sistema dell’alimentazione e le trasformazioni delle aree naturali: ‹‹è sempre estremamente importante scegliere il proprio menù con un occhio al piatto e uno alla protezione delle foreste, evitando i prodotti che moltiplicano la devastazione delle aree pluviali. Quando facciamo la spesa abbiamo la possibilità di migliorare il pianeta. Perché quello che fa bene al clima fa bene anche alla salute ed il legame tra cibo e la salute dell’ambiente è stretto››.

L’ecologia “formato bambino”: i kit per i più piccoli

Le sfide poste dalla “transizione ecologica” sono di fatto superabili grazie ad una tempestiva e corretta educazione ambientale che coinvolga bambini e neo famiglie, dentro e fuori dalle aule scolastiche. Questo è lo spirito che anima Abitare la terra che ha prodotto, negli anni, materiale informativo specifico per la classe dirigente del futuro: brevi manuali, dépliant e adesivi da regalare durante i laboratori, e tutto in “formato bambino”, con uno stile comunicativo adatto all’età.

Un nuovo bimbo per un nuovo mondo

‹‹Un progetto che ci ha particolarmente gratificato – racconta Poli – è stato il nostro primo fascicolo: “Kit baby famiglia per i primi passi verdi. Un nuovo bimbo per un nuovo mondo” (realizzato in collaborazione con la Provincia di Venezia e distribuito a tutti i nuovi nati dei singoli Comuni). Uno strumento agile per promuovere nelle case una maggior cultura eco-sostenibile, nuovi stili di vita e consumi consapevoli, partendo dalla nascita dei propri figli, cercando di costruire una famiglia più green››.

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Teresa Giannini