Sardegna: una Blu Zone da proteggere

Sardegna: una Blu Zone da proteggere

Il segreto per la longevità esiste, e solo cinque aree nel mondo nutrono di questo privilegio. L’isola della Sardegna fa parte di queste Blu Zone da proteggere e preservare.

Cosa rende il territorio sardo unico nel suo genere? Ma soprattutto l’elisir di lunga vita esiste? È quello che si chiedono studiosi e turisti attratti da questa isola incontaminata che fanno tappa nei comuni dell’entroterra sardo per conoscerne i segreti di lunga vita e appropriarsene. Per questa ed altre mille ragioni la Sardegna viene ribattezzata Zone Blu o Blue Zones, area geografica che nel corso di studi durati anni, ha dimostrato di avere la più alta concentrazione di ultracentenari del mondo. A sviluppare questo concetto e a pubblicarne uno studio sono stati gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain. I quali hanno individuato nell’isola tre zone blu: in Ogliastra, in Barbagia e nel Sud Sardegna.

Sardegna: una Blu Zone da proteggere
Isola incontaminata della Sardegna

Tante le ipotesi sul perché in questi paesi il tasso di longevità sia così elevato. Sarà lo stile di vita genuino, l’alimentazione sana o un fattore genetico. Fatto sta che in questi borghi si conduce una vita semplice, lontana anni luce dai ritmi frenetici della città. Dove gran parte della giornata si passa immersi nella natura, e dove il distanziamento sociale è stato applicato ancor prima che il Covid comparisse nel mondo.

NON SOLO SARDEGNA

La Sardegna però non è l’unica terra che può vantare di essere una blue zone. Nel mondo ci sono altre cinque aree che si accomunano per uno stile di vita monacale, per un’alimentazione sana e per un’attività fisica moderata. Queste 5 zone sono:  l’isola di Okinawa (Giappone), Nicoya (Costa Rica), Icaria (Grecia) e la comunità di avventisti di Loma Linda, in California. Nonostante le considerevoli differenze culturali di queste aree si è riusciti a identificarne i segreti di benessere e longevità che gli accomunano, chiamati Power 9:

  1. MUOVERSI NATURALMENTE: Uno degli elementi condivisi è lo stile di vita. Nessuna maratona e nessuna palestra, solo movimento spontaneo, specialmente all’aperto.
  2. AVERE UNO SCOPO: Secondo gli studi effettuati avere un “Perché” aumenterebbe l’aspettativa di vita di circa 7 anni.
  3. DECOMPRIMERE: Anche gli abitanti delle Blue Zones soffrono di stress, tutto sta nel saperlo gestire. Infatti, all’interno di queste aree esistono vere e proprie routine per decomprimere a fine giornata. A Okinawa si dedica un momento per ricordare i propri antenati e pregare. Gli Ikariani fanno ripetuti pisolini mentre i sardi fanno un aperitivo in buona compagnia.
  4. REGOLA DELL’80%: Un tratto comune a tutte le diverse culture delle Blue Zones è il non abusare durante i pasti, fermandosi prima della completa sazietà, all’80%. Questa potrebbe essere la differenza tra il perdere o l’acquisire peso.
  5. DIETA A BASE PREVALENTEMENTE VEGETALE: Le abitudini alimentari di queste zone sono di forte impronta vegetale, in particolare legumi, frutta, verdura e frutta secca.
  6. VINO: Bere moderatamente, 1-2 bicchieri al giorno di vino (specialmente se si tratta di Cannonau sardo), gioverebbe alla circolazione e all’umore.
  7. FEDE: 258 centenari sui 263 intervistati all’interno delle Blue Zones appartengono attivamente ad una comunità religiosa, indipendentemente dal credo. Secondo gli studi effettuati, la devozione religiosa aumenterebbe le aspettative di vita dai 4 ai 14 anni.
  8. LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO: Altra somiglianza tra i centenari residenti delle Blue Zones è l’importanza e la vicinanza ai cari e alla famiglia. Sono spesso devoti ad un compagno di vita (il che aumenta di circa 3 anni l’aspettativa di vita) e hanno investito nella loro famiglia tempo e amore.
  9. IL GIUSTO CONTESTO: circondarsi di persone che condividano atteggiamenti positivi e salutari favorirebbe longevità e serenità.

Per capire il perché si vive così felici e così a lungo in questi paesi bisognerebbe trascorrerci del tempo, esplorarne le abitudini, provare la cucina tradizionale, dedicarsi alle attività che per anni gli ultranovantenni hanno praticato. Potrebbe essere una vacanza diversa dal solito, un vero e proprio viaggio, di quelli che rimangono impressi nella memoria e che ti migliorano la vita, cambiando ogni tua visione e prospettiva. Provare per credere.

Articolo di Laura Pace

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Laura Pace