Intervista a Vincenzo Sparagna

Intervista a Vincenzo Sparagna

Frigolandia in pericolo

 

Vincenzo Sparagna, fondatore della Repubblica di Frigolandia, invita il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini a intervenire in difesa di Frigolandia

 

Continua la protesta per salvaguardare la Repubblica di Frigolandia dall’ordinanza di sgombero voluta dalla Giunta del Consiglio Comunale di Giano dell’Umbria l’11 marzo 2020.

La situazione controversa, già portata all’attenzione sul n° 10 di Proposte UILS, nell’articolo “La fantasia non si sgombera”, viene approfondita dalle parole del direttore di Frigidaire e de Il Nuovo Male, nonché fondatore di Frigolandia, Vincenzo Sparagna.

Frigolandia

Da Frigidaire a Il Nuovo Male, da riviste che sono stati anche laboratori di grafica al Museo dell’Arte Maivista, Frigolandia è una vera e propria esperienza artistica e culturale in continuo divenire. Quali principi guidano la Repubblica dell’Arte dalla sua fondazione a oggi?

L’idea di fondo di Frigolandia è stata ed è sollecitare una nuova stagione di creatività e partecipazione soprattutto tra i giovani, che da quando abbiamo fondato questa repubblica immaginaria sono sempre stati la spina dorsale della nostra attività. Non a caso a curare la grafica delle riviste Frigidaire e Il Nuovo Male e aver creato e la nostra presenza sul web, ovvero il sito www.frigolandia.eu e le pagine facebook, twitter ecc. è l’artista romana Maila Navarra, che ha cominciato a collaborare nel 2007 proprio dopo essere venuta a Frigolandia. Quando uscì il primo numero di Frigidaire era solo una bambina, ma tanti altri dei nostri collaboratori attuali all’epoca, nel 1980, non erano ancora nati.   

L’11 marzo 2020 è stata emanata l’ordinanza di sgombero di Frigolandia dalla Giunta del Consiglio Comunale di Giano dell’Umbria: con quali motivazioni è stato richiesto lo sfratto?

Non si tratta di una richiesta di sfratto a un Tribunale Civile (vista la nostra correttezza nel rispettare il contratto firmato nel 2005 sulla base di un bando pubblico andato varie volte deserto), ma appunto di un’ordinanza di sgombero, ovvero un atto amministrativo che ci ha costretto a ricorrere al TAR. Il cavillo giuridico in base a cui si è mossa contro di noi l’attuale amministrazione guidata da un sindaco leghista, è davvero curioso e molto discutibile. Il sindaco richiama nell’ordinanza una direttiva europea che riguardava l’impossibilità dei rinnovi automatici per le concessioni balneari. Ora, a parte che non siamo certo una concessione balneare, il nostro contratto prevede tre rinnovi automatici decennali, salvo una nostra disdetta. Il primo di questi rinnovi è avvenuto nel 2015, ma il Comune si rifiuta di riconoscerlo, pur avendo noi più volte contestato questo non riconoscimento con lettere dei nostri avvocati cui non è stata data mai risposta. In sintesi il Comune sta cercando di invalidare il contratto firmato 15 anni fa.

L’ordinanza è stata da voi considerata “assurda”, in quanto Frigolandia è in regola sia con i pagamenti del canone di locazione, sia per le attività svolte, che erano indicate nello stesso contratto di convenzione. Perché allora la Giunta vuole porre fine all’esperienza di Frigolandia?

Frigolandia
MAM – Museo dell’Arte Maivista

Le ragioni sono due, una più assurda dell’altra. In primo luogo c’è un odio insensato della destra locale verso di noi, che veniamo definiti stranieri (pur essendo italiani…), sedicenti artisti, zecche comuniste (e questo benché il sindaco non sia mai venuto a visitare Frigolandia e non sappia nulla nemmeno della lotta che abbiamo condotto contro le dittature sedicenti comuniste… Sin dal 1979 con i falsi di Trybuna Ludu, la Pravda, Stella Rossa, distribuiti clandestinamente in Polonia, in Russia ecc.). La seconda ragione, anche più grave, è inconfessabile e possiamo solo supporla. In breve se riuscissero a mandarci via potrebbero ottenere soldi pubblici da distribuire in appalti per fantomatici progetti di rilancio, salvo poi lasciare tutto abbandonato. Quello che è già accaduto con il camping che si trovava accanto a Frigolandia: apriva solo d’estate ed era gestito da decenni da una ottima famiglia che pagava tutto regolarmente, ma il cui contratto era scaduto. Ebbene, sono riusciti a chiuderlo nel 2014 per farne… un camping! Un surreale progetto per cui hanno ottenuto molte centinaia di migliaia di euro dalla Regione per lavori cervellotici che avrebbero dovuto concludersi nel 2016, ma non sono mai finiti. Il camping e la sua piscina sono stati in questo modo chiusi ormai da ben sei anni e non si prevede alcuna futura apertura… anche perché, dopo i “lavori fatti e non finiti” sarebbe davvero necessario spendere molto altro denaro per rimetterlo in funzione.

Attualmente avete ricevuto una risposta dal TAR in merito alla questione sgombero?

Non sappiamo quando il TAR si riunirà e possiamo solo sperare che decida secondo giustizia e buon senso. Spegnere un’attività come la nostra per lasciare il posto abbandonato, rispetto al quale il Comune dovrebbe presentare e fare approvare un progetto sicuramente fantasma, sarebbe davvero gravissimo. Per questo insistiamo affinché il Ministero dei Beni Culturali, la Sovrintendenza o altre autorità riconoscano almeno il valore di Museo, Biblioteca e Archivio pubblico di Frigolandia e non lascino una realtà così importante in balia di un conflitto giuridico che ha motivazioni per un verso barbare, per un altro inconfessabili. L’Umbria e l’Italia non si meritano simili “amministratori” che pensano solo ad “amministrare” se stessi distribuendo inutili appalti… Un appello al Ministro Dario Franceschini su change.org è stato sottoscritto finora da 15 mila persone e una lettera aperta allo stesso ministro perché intervenga a salvare Frigolandia è stata firmata dai premi Strega Antonio Scurati e Nicola La Gioia, dal critico Achille Bonito Oliva e dal direttore di Micromega Paolo Flores D’Arcais. Se ne accorgeranno lassù nei cieli della politica?

Il primo settembre sono usciti il libro “L’Avventura Maivista di Frigidaire 1980-2020” e il docufilm “I 40 anni di Frigidaire”, dove raccontate anche l’esperienza della Repubblica dell’Arte dai suoi esordi fino all’ordinanza. Cosa riserva il futuro a Frigolandia? E come può, la vostra realtà, contribuire ancora alla cultura italiana?

Frigolandia

Cosa ci riserva il futuro “solo Lui lo sa”, quello che so io è che non abbiamo mai smesso di batterci per un rinnovamento profondo della nostra società, a partire dall’Arte e dalla Cultura, cercando di fondere il Giusto e il Bello, poiché non può esserci nessun progresso giusto quando l’orrore domina lo scenario pubblico e privato, la volgarità invade le pagine dei giornali e gli schermi TV, il kitch governa l’architettura e la moda, lo sterile replay avvilisce l’arte. Non a caso Frigolandia è un Museo/Laboratorio dell’Arte Maivista, perché abbiamo bisogno di aria fresca, di idee leggere e pulite, fuori dei polverosi corridoi della burocrazia accademica. E penso che l’onda di giovani autori che si sono uniti nel progetto di Frigolandia e hanno permesso di farla crescere sia la prova migliore che un rinnovamento radicale è possibile, sia sul piano estetico che politico, culturale ed ecologico. Ma bisogna che centri come il nostro non vengano cancellati dalla marea nera della barbarie culturale e della corruzione pubblica, che avanza grazie all’indifferenza delle forze democratiche e allo snobismo cieco dell’establishment di quella che era la “sinistra”.

In attesa di ulteriori sviluppi sulla vicenda di Frigolandia, invitiamo a scoprire la meravigliosa oasi umbra sul sito www.frigidaire.eu e a sottoscrivere la petizione per salvare questo baluardo della cultura satirica italiana.

 

Giulia Manzi

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Giulia Manzi