THREE IDENTICAL STRANGERS

Questo docu-film, uscito sugli schermi nel 2018 e diretto da Tim Wardle, racconta la vera storia dei tre gemelli omozigoti, Bobby, David e Eddy, che vengono separati alla nascita e dati in adozione a tre famiglie diverse. Ignari dell’esistenza degli altri, i tre gemelli vivono una vita normale.

La prima parte del film assume tinte comiche come quando ad esempio Robert Shafran(Bobby), entrando da matricola al college si ritrova abbracciato e baciato da perfetti sconosciuti che lo scambiano per un tale Edward Galland(Eddy). Così egli scopre che quello che sembrava essere il suo sosia perfetto, in realtà è suo fratello gemello.

Il caso viene reso pubblico dalla stampa che divulga le foto dei due gemelli, attraverso le quali il terzo fratello, David Kellman, riesce a ricongiungersi agli altri due. Dopo 19 anni, i tre fratelli sono di nuovo insieme.

A questo punto partono delle indagini per fare chiarezza sulla vicenda dei tre. Da queste si evince che i tre ragazzi sono nati lo stesso giorno del luglio 1961 e sono stati dati in adozione dalla stessa agenzia la Louise Wise di Long Island.

Il documentario ricco di testimonianze fotografiche e video nonché di interviste alle famiglie e agli amici, ricostruisce una storia che sembrerebbe a lieto fine ma che, agli occhi dei tre protagonisti, si configura come incubo ad occhi aperti, secondo l’espressione usata da David in un intervista al New Yorker. Dall’indagine viene fuori come l’agenzia Louise Wise avesse agito da burattinaio usando le esistenze dei tre per scopi scientifici ben precisi.

I ragazzi e le rispettive famiglie infatti, dopo aver vissuto il ricongiungimento, iniziano a porsi delle domande sul perché l’agenzia non avesse fornito informazioni riguardo l’esistenza dei tre gemelli al momento dell’adozione?

Le famiglie raccontano inoltre che durante l’infanzia  spesso ricevevano visite di alcune persone dell’agenzia che monitoravano i comportamenti dei bambini, sottoponendoli a degli esercizi. Tali visite venivano giustificate dai membri dell’agenzia quali facenti parte  dell’iter di adozione praticato a tutti i bambini dati in affidamento. Ma i  bambini erano di fatto le cavie inconsapevoli di un terribile esperimento sociale.

Il documentario ha il suo fulcro nelle testimonianze dei due fratelli Robert e David, che raccontano la loro esperienza, affrontando i vari aspetti della vicenda. Tuttavia viene da chiedersi perché davanti a quella telecamera frontale che inquadra i due seduti su uno sgabello con alle spalle uno sfondo nero, non appaia il terzo gemello. Che fine ha fatto Eddy?

Il giornalista che porta avanti l’indagine sembra voler far emergere un lato oscuro della vicenda. Ha forse pagato Eddy le conseguenze del terribile esperimento?

Le tematiche che solleva questo docu-film sono diverse. In primis il rapporto tra la scienza e la dignità della persona umana. L’esperimento voleva trovare risposte alla domanda su quale tra natura ed educazione fosse la variabile predominante nello sviluppo psico-sociologico di un individuo. Tuttavia la questione di fondo è: fino a che punto può spingersi la scienza per raggiungere tali conoscenze? È lecito violare la libertà del singolo per studiarne il comportamento sociale? Il fenomeno umano è un soggetto che si possa circoscrivere in leggi positive alla stregua della materia, o v’è di più in esso? Il documentario infine tratta la delicata tematica dell’adozione nei suoi vari risvolti positivi e negativi, e pertanto merita l’attenzione dei nostri lettori, essendo una tematica di assoluta attualità.

Condividi:

Chiara Rebeggiani