In viaggio in bicicletta

In viaggio in bicicletta

Il cicloturismo in Italia è realtà

Una rete nazionale e regionale di piste ciclabili per incentivare il turismo ecosostenibile.

«Il cicloturismo in Italia può essere un settore produttivo di grande interesse, perché il clima mite permette di andare in bicicletta tutto l’anno. L’Italia può diventare, se si riesce a realizzare un’efficiente rete ciclistica, una delle prime a livello mondiale per quanto riguarda il turismo ciclabile» auspica Massimo Boni, responsabile dell’ufficio Infrastrutture per la mobilità e politiche del trasporto pubblico dell’Umbria, nel raccontare l’ambizioso progetto di Bicitalia nel realizzare una rete ciclabile nazionale.

Il progetto è stato avviato nel 2017, dall’allora Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che aveva dichiarato, in sede d’approvazione del Decreto Legge per lo sviluppo della mobilità ciclistica e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica: «Abbiamo provato a mettere in campo, come Governo, per la prima volta una rete di ciclovie turistiche di oltre 6000 km con un finanziamento di oltre 424 milioni» che rappresenta «un reale potenziale di sviluppo per l’economia, perché abbiamo milioni di cicloturisti, e gran parte della logistica in città può essere sviluppata attraverso la bicicletta, il mezzo più conveniente e più veloce per gli spostamenti nei primi 5 chilometri, che permetterebbe di ridurre il traffico cittadino del 40%» (da: Asaps. Il portale della sicurezza stradale).

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ciclovia Spoleto-Assisi

Il piano di sviluppo prevede la creazione di ciclovie turistiche che mettano in relazione i capoluoghi di regione, di provincia e i luoghi d’interesse della penisola. «Questo risultato è ottenibile», spiega Boni «attraverso una rete nazionale primaria, con direttrici a maglia larga, a cui vengono correlate le reti regionali, a maglia fitta».

Il fine è incrementare il cicloturismo, così da favorire spostamenti ecologici lungo percorsi ben strutturati, che si estendono anche alla dimensione europea. Bicitalia, infatti, si allaccia al programma più ampio di EuroVelo, la rete ciclabile europea sviluppata da ECF (European Cyclists’ Federation), rappresentata in Italia dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta); programma che mira a creare una nuova mentalità d’approccio al turismo attraverso il mezzo ciclabile.

Al 2019, erano stati pubblicati, nella mappa della Rete Ciclabile Nazionale Bicitalia 2019, ben venti itinerari nazionali a collegare le varie regioni. Tali percorsi mirano ad ampliarsi con la rete regionale, attualmente in costruzione.

«Abbiamo definito gli assi principali in comune accordo con le regioni e il Ministero e ormai stiamo definendo le priorità d’intervento, tra cui i piani che mettono in relazione ciclovie già esistenti» informa Boni «In Umbria, per esempio, abbiamo due tratte che necessitano di essere correlate, per avere 280 chilometri di pista ciclabile continua».

Il clima mite dell’Italia e le bellezze storiche e naturali del Paese permettono lo sviluppo di itinerari ecologici e ben strutturati, che permetterebbero di trasformare la penisola in uno dei centri cicloturistici più importanti d’Europa. Tuttavia, il percorso non è scevro di problematiche: se il Trento e l’Alto Adige offrono servizi di qualità a chi decide di sperimentare il turismo ciclabile, le altre regioni arrancano sui supporti al viaggiatore.

«La questione su cui si giocherà la competizione nazionale tra i territori è la dotazione di servizi» spiega Massimo Boni «Oggi il bike in Italia non ha servizi di qualità per i cicloturisti. Servono un servizio di trasporto bagagli efficiente, alloggi con ricovero per biciclette, noleggio bici e assistenza stradale lungo il percorso. Soprattutto, è necessario incrementare i servizi informativi sulla viabilità delle piste ciclabili, anche per aiutare i tour operator, o i privati che desiderano organizzare da sé la vacanza».

È necessario, quindi, cambiare il modo di approcciarsi alla realtà ciclistica, fornendo gli stessi servizi previsti per gli automobilisti. Inoltre, le piste ciclabili devono rispondere a specifiche caratteristiche tecniche (ampiezza, pavimentazione, pendenza, ecc.) e a determinati requisiti di qualità previsti da FIAB.

Giulia Manzi

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Giulia Manzi