Scuola, un precariato senza fine

Scuola, un precariato senza fine

Tanti posti vacanti e tanti insegnanti disoccupati

A seguito degli ultimi incontri con il Ministro Bianchi, il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico chiede maggiori risorse per la Scuola, in profonda di organico. Abbiamo proposto più emendamenti nella legge di bilancio ma su una cosa restiamo fermi: non è possibile barattare con i diritti dei lavoratori!”

 Supplenze rinnovate di anno in anno, incertezza sulla chiamata a lavorare, ritardi nell’arrivo dello stipendio, assenza o ritardi nella firma dei contratti di durata annuale, talvolta mensile, settimanale o, nelle peggiori delle ipotesi, di qualche giorno. Non stiamo parlando di un’azienda privata che riversa le conseguenze di una crisi economica derivante dalla pandemia o da altri fattori sui suoi lavoratori, bensì del Ministero dell’Istruzione. Uno dei più importanti in Italia, che si occupa della formazione, dell’educazione e della crescita di bambini e ragazzi e che sta mettendo in atto una crisi sempre più decisiva nel panorama malfunzionante lavorativo e burocratico del Paese. Sì perché, al contrario di qualsivoglia mestiere, quello dell’insegnante ha meccanismi e strutture autonome non dipendenti dalle semplici procedure canoniche laurea-curriculum-colloquio-assunzione, bensì da istanze interminabili in cui poco conta il titolo di studio o l’abilitazione acquisita negli anni dal momento che tutto è nelle mani di una burocrazia bloccata che non permette di arginare il problema maggiore, ovvero il precariato.

Come funzionano le supplenze a scuola?

Una situazione interminabile e complessa quella delle supplenze nella scuola primaria e secondaria, attribuite su ordinanza MIUR n.60 del 10 luglio 2020 in materia di procedure per l’istituzione delle graduatorie provinciali e di istituto e per il conferimento relativo alle supplenze per il personale docente ed educativo firmata dall’ormai ex Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il documento istituisce l’assegnazione delle cattedre a supplenti, in assenza delle nomine di insegnanti di ruolo. Come indicato nell’articolo 1 comma 5 dell’ordinanza, secondo tale procedura, viene stabilita una gerarchia per l’attribuzione delle supplenze annuali e temporanee fino al termine delle attività didattiche. Andando in ordine, le prime utilizzate sono le GAE (graduatoria a esaurimento), costituite da docenti abilitati all’insegnamento. In caso di esaurimento delle stesse si procede con lo scorrimento delle GPS, ovvero graduatorie provinciali di sostegno composte da aspiranti in possesso dell’abilitazione alla supplenza e da specializzandi studenti in Scienze della Formazione primaria. L’individuazione del destinatario della supplenza per queste due sezioni è affidata all’Ufficio scolastico territoriale competente. In caso di esaurimento delle GPS il dirigente scolastico consulta le graduatorie d’istituto, finalizzate alle supplenze brevi. Per ultimo si ricorre alle MAD (messe a disposizione), ovvero candidature spontanee presentate dagli aspiranti docenti che non sono iscritti a nessuna graduatoria provinciale e di istituto e possono essere presentate per una sola provincia.

 

Un sistema complesso che genera precariato

Questo meccanismo di assunzione degli insegnanti, negli ultimi anni, ha generato un paradosso senza fine in cui milioni di aspiranti insegnanti abilitati o specializzandi attendono il reclutamento che probabilmente mai arriverà nonostante le migliaia di cattedre vacanti che assistono regolarmente a uno “speed date” di insegnati della durata di mesi, settimane o giorni. Concretamente, parlando di numeri, per l’anno accademico 2021-2022 si stimano, secondo un rapporto dell’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori), 150.000 posti vacanti di personale docente, di cui poco meno della metà riguarda i posti su sostegno, mentre 50.000 posti vacanti per il personale ATA. I posti organico covid totali sono stati ridotti da 80.000 a 40.000 unità che potrebbero ridursi ulteriormente da gennaio se non viene confermato l’organico ATA covid ma solo l’organico docente. Al contempo, sono 1,5 milioni i precari delle graduatorie per un contratto di supplenze /seconda fascia, un numero più che sufficiente per poter soddisfare la richiesta di personale docente utile a coprire quelle 150.000 vacanze; ciò significa che è presente un numero superiore di aspiranti, dieci volte in più, rispetto i posti vacanti. Stando ai numeri, dunque, non dovrebbero esserci cattedre libere. Ma la realtà è ben diversa.

 

 Il problema degli stipendi

In aggiunta a questa dinamica complessa di reclutamento del personale docente, che rende impossibile l’assunzione a ruolo favorendo il precariato, c’è la situazione salariale degli insegnanti, discriminatoria e ineguale tra lavoratori della stessa categoria, sperequazione denunciata costantemente dall’Anief, rivela il Presidente Marcello Pacifico “L’Anief ha denunciato vincendo in corte di giustizia Europea vincendo nella denuncia al comitato europeo dei diritti sociali”. In questi giorni, infatti, il Presidente ha incontrato il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, al quale ha nuovamente esposto la tragica situazione cui sono destinati gli insegnati, sottolineando la necessità di maggiori risorse per arginare questa situazione non solo di precariato, ma di svilimento del valore di questa professione. Il Ministro ha assicurato un confronto con i partiti di maggioranza e una valutazione del processo di reclutamento, maggiormente approfondito nel PNRR.

Disparità di vacanze tra nord e sud, ritardo degli stipendi, blocco dei concorsi per l’insegnamento sono alcune dei nodi nel pettine del precariato scolastico che ho approfondito con il Presidente dell’Anief Marcello Pacifico.

Marcello Pacifico, presidente Aniefi 

Qual è il motivo per cui al momento ci sono cattedre vacanti e perché c’è disparità tra nord e sud.

Il problema della vacanza delle cattedre dipende dalla mancanza degli organici rispetto all’iscrizione degli studenti. Il tasso di iscrizione al sud è molto più basso rispetto al nord a causa del progressivo impoverimento. Poiché a livello nazionale lo Stato non garantisce su tutti i posti vacanti le immissioni di ruolo, quando ci sono più posti disponibili, al nord c’è maggiore presenza di precari rispetto al sud.

Per accedere alle varie nomine è presente un processo piuttosto macchinoso. Non pensa che, invece di facilitare, alimenti il precariato?

L’attuale sistema di occupazione degli insegnanti fa acqua da tutte le parti perché noi abbiamo molti aspiranti insegnanti attraverso le molteplici graduatorie, ma ciò non significa che chi sia nelle graduatorie diventi di ruolo.

Perché?

Le graduatorie per le supplenze non vengono utilizzate per i ruoli. Quest’anno sono state utilizzate solo per la prima fascia e solo per chi aveva fatto tre anni di servizio abilitato. Questo ha precluso l’assunzione di tutti i precari. Dalle GPS sono 12.000 precari assunti. Su 160.000 precari totali, quest’anno ne abbiamo assunti la metà e quindi continua a persistere il precariato perché la politica non ci vuole ascoltare.

Cosa ha proposto Anief?

Di far incontrare la domanda con l’offerta, entrambi presenti in Italia ma, se non si fa in modo che chi è inserito nelle graduatorie per le supplenze possa entrare nei ruoli e se non si fanno assunzioni in tutti i posti vacanti, è impossibile combattere la situazione.

Qual è il problema principale che alimenta il precariato?

Non si utilizza più il vecchio canale di reclutamento: da un lato i precari inseriti nelle graduatorie per le supplenze, dall’altro i vincitori dei concorsi da inserire nei ruoli. Oggi non c’è perché dalle supplenze non si assume ai ruoli e perché i concorsi sono bloccati.

Come mai sono bloccati i concorsi della scuola?

Il ministero non è in grado di fornire le postazioni per poter garantire lo svolgimento delle prove. È un problema logistico e anche finanziario in quanto hanno giustamente aumentato il costo dei commissari che prima era ridicolo. Servono risorse per garantire le norme anti covid da rispettare in fase di concorso che il Ministero dell’Economia e Finanza non stanzia. Ci vuole uno stanziamento straordinario da parte del governo.

Situazione simile anche per gli stipendi.

Questo è vergognoso! Noi ogni anno mettiamo in atto delle diffide. Non solo i precari non hanno aumenti degli stipendi, non hanno riconosciuto il salario accessorio, ma addirittura per mesi interi lavorano senza percepire stipendio. Nella scuola italiana persiste questa differenza di trattamento e persiste la violazione di uno dei pilastri del diritto europeo delle pari opportunità. Tra precari e insegnanti di ruolo c’è differenza di trattamento che non dovrebbe esistere dato che il ruolo è il medesimo. Ci battiamo in tribunale ma ci confrontiamo anche con altri sindacati per poter inserire questo punto sulla parità di trattamento sul contratto. Così facendo si lavora concretamente ma il riconoscimento avviene virtualmente.

Questo precariato avrà mai fine?

Avrà fine solo quando il governo stabilirà il doppio canale di reclutamento che permetta di assumere i precari dalle stesse graduatorie da cui si assumono i supplenti. Stessa graduatoria sia per ruoli sia per supplenze.

Finirà mai il precariato della scuola?

Dalle parole del Presidente Pacifico, il riassunto del meccanismo di reclutamento del personale scolastico può essere tradotto nella mancanza di risorse da parte del Governo derivante da un’assenza di interesse verso uno dei settori più importanti del Paese, ovvero l’Istruzione. Una scarsa considerazione del suo valore genera una cattiva amministrazione della stessa in cui gli insegnanti sono trasportati da una classe all’altra o sono rinnovati a contratto di anno in anno senza alcuna garanzia sul loro futuro professionale. Dall’altro lato, poi, ci sono gli studenti e i genitori, senza punti di riferimento per la formazione e l’educazione, il prodotto di una carente istruzione che porterà a una crisi dei valori e della conoscenza, già in atto. La pandemia e le sue attuali conseguenze sono un grido di aiuto verso uno Stato non curante di questioni importanti come l’Istruzione, motore per la formazione di uomini e donne capaci di prendere un domani le redini di questo Paese tanto affascinante quanto controverso.

 

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Paola Sireci