Made in Italy tra Sport & Export

Made in Italy tra Sport & Export

Tra sport & export. Un’estate d’oro per lo sport italiano, quella appena conclusa tra Europei di calcio e Olimpiadi di Tokyo. Una stagione estiva fatta di conquiste sportive tutte made in Italy tra sport & export. Quanto il trionfo sportivo può trasformarsi in successo economico?

L’Italia cool in tutto il mondo 

Il successo azzurro è iniziato con la vittoria calcistica ed è proseguito con quella olimpica con trentotto medaglie in tutto: venti tra ori e argenti e diciotto bronzi. È l’anno dell’Italia, insomma, che non era riuscita a vincere così in una sola annata estiva. Medaglie, record e gol – da Wembley a Tokyo – rappresentano anche una valenza economica per il nostro Paese?

Partiamo col dire che lo sport ricopre un ruolo rilevante su disparati livelli di benessere collettivo, da quelli sociali a quelli economici. Benefici che interessano l’occupazione, la moda, il turismo, l’alimentare, la sanità, l’arredamento e la ristorazione, solo per citarne alcuni. Per non parlare del sentimento ottimista indotto da vittorie sportive in termini di socialità e condivisione. Lo sport con le sue vittorie rappresenta un ruolo chiave per la crescita economica e del suo welfare.

Sport & Export. Italy – mania

 Il prestigio internazionale dei concittadini sportivi gioca un ruolo decisivo sull’aumento delle esportazioni Made in Italy, confermano i dati Coldiretti – l’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana – che, dopo la grande vittoria di calcio ha segnato un aumento del + 19,8% del Pil (Prodotto interno lordo), rispetto lo scorso anno. Trionfi sportivi che garantiscono – finalmente – una grande ripresa dell’economia italiana dopo l’emergenza Covid.

Un’opportunità di crescita che si mescola a un eccezionale orgoglio patriottico che si riflette sull’immagine e sulle vendite dei nostri prodotti. Questi impulsi economici positivi sono chiamati dai politologi soft power che, opposti all’hard power ossia gli indici quantitativi come la popolazione, il Pil nazionale e le capacità militari, descrivono quelle abilità persuasive e di attrazione rispetto valori intangibili quali la cultura e la reputazione. L’altra faccia della medaglia per utilizzare una metafora azzeccata. I beni e consumi italiani, in pratica, diventano esperenziali cioè si legano a fattori emozionali positivi.

Commento di Giorgio Storace, ambasciatore italiano in Giappone

I Giochi di Tokyo hanno rappresentato, infatti, una splendida vetrina per intensificare le relazioni commerciali con il Giappone già iniziate nel febbraio 2019 – conferma l’ambasciatore italiano in Giappone Giorgio Storace – grazie all’accordo di libero scambio Europa – Giappone. Quest’alleanza – continua Storace – dovrebbe portare, entro dieci anni, a una graduale riduzione dei dazi sul commercio estero”.

Il mercato nipponico, infatti, aveva già dimostrato negli ultimi anni uno spiccato interesse per il Made in Italy (accantonando la flessione negativa del giro d’affari accusata nel 2020 per la crisi pandemica) segnando proprio in queste ultime settimane estive un’impennata del +20,5%, rispetto il 2018, grazie ai dati elaborati dall’Ufficio ICE (Italian trade & investiment agency) di Tokyo.

“Gli articoli italiani più venduti in Giappone – sostiene, invece, la presidente di Assosport Anna Ferrino – spaziano da calzature e abbigliamento sportivo all’acquisto di biciclette, attrezzature da trekking e alpinismo. Tutto ovviamente di alta qualità italiana”. Il mercato italiano in Giappone e i turisti giapponesi in Italia rappresentano, quindi, un punto fermo per la nostra economia.

D’altro canto però, le prospettive di crescita economica del nostro territorio devono necessariamente tener conto del tessuto relazionale internazionale e i conseguenti cambiamenti, talvolta repentini e inaspettati, che condizionano i mercati mondiali.

Conclusioni

I recenti avvenimenti di Kabul, oltre a toccare le nostre sensibilità, giocano un ruolo decisivo sulla scacchiera economica mondiale. Le negoziazioni sul territorio Afghano e le relative contrattazioni con la popolazione talebana, che ha recentemente assediato e conquistato il Paese islamico con un’offensiva lampo, influenzeranno nei prossimi anni da un punto di vista politico, militare e, soprattutto, economico – oltre che culturale e valoriale – le grandi potenze mondiali.

Se gli assi geopolitici tra Stati Uniti ed Europa da un lato e Cina, Pakistan e Russia dall’altra si consolidassero, ci sarebbero delle pesanti ricadute economiche rispetto le rotte del petrolio e di altre materie prima che passano proprio per questo spicchio di mondo.

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Marzia Baldari